Covid-19: aumentano le adesioni alla campagna vaccinale

Fiala vaccino anti covid-19

Vaccinazione anti-covid in Italia: Analisi dei dati e fattori influenti

 

Il consenso alla campagna vaccinale Covid-19 in Italia continua a crescere. Rispetto ad ottobre 2020, dove solo il 36% degli italiani intendeva farsi vaccinare, a gennaio 2021 i cittadini pronti alla vaccinazione sfiorano il 60%. Dai dati raccolti da Observa si evince, oltretutto, che i cittadini favorevoli alla vaccinazione, ma che preferiscono attendere,  scendono dal 38% al 24%, mentre quelli contrari scendono al 14%.

Grazie alla raccolta di questi dati si è fatta luce  sulle motivazioni delle scelte della popolazione  sul vaccino anti-Covid. Chi è pronto alla vaccinazione immediata ripone una discreta fiducia negli scienziati e dichiara che da tale vaccino si potrebbero trarre più benefici che rischi. Per coloro che preferiscono invece attendere, le motivazioni  maggiormente adottate  sono l’insufficiente disponibilità di dati sulla sicurezza ed efficacia dei vaccini e la velocità con i quali sono stati approvati. Proprio quest’ultima risulta essere la motivazione principale che spinge il 14% della popolazione a non vaccinarsi. Tra questi infatti, coloro che si ritengono contrari alle vaccinazioni in generale sono una minoranza pari solo al 2%.

La sfiducia nei confronti del vaccino anti Covid 19 non riflette quindi un diffuso scetticismo verso i vaccini in generale, ma è il risultato di diversi fattori, primo fra tutti il livello d’istruzione. Gli individui con un livello d’istruzione medio o alto esprimono maggior consenso ad essere vaccinati rispetto a coloro che presentano un basso titolo di studio. Si conferma la tendenza evidenziata a ottobre per la quale più è alto il livello d’istruzione minore è la probabilità di rifiutare il vaccino.

Anche l’età e il genere risultano essere dei fattori fortemente indicativi della propensione alla vaccinazione. Da dati statistici si evince come gli uomini siano più favorevoli alla vaccinazione rispetto alle donne di quasi il 60%. La fascia di età in cui emerge maggior scetticismo  è quella tra i 30 e i 59 anni. Minore risulta nelle fasce dei giovani (15-29 anni) e degli anziani (superiore ai 60 anni).  Oltre al livello di consenso alla campagna vaccinale, hanno studiato anche i metodi d’informazione sulla pandemia.

Più della metà della popolazione italiana (51,5%) dichiara di utilizzare come principale fonte d’informazione i notiziari televisivi e radiofonici. Solo il 4% si affida ai social network. La fiducia nei confronti delle fonti istituzionali, degli scienziati e dei medici di base è aumentata del 10% da ottobre 2020. Solo una minoranza ritiene che gli interventi pubblici degli esperti abbiano creato confusione. Tuttavia, è da evidenziare come due italiani su tre dichiarino che le informazioni sui vaccini risultino ancora poco chiare e incomplete.

In definitiva, in Italia l’adesione alla campagna vaccinale è in crescita, assegnando agli esperti e alle fonti istituzionali un ruolo predominante. La capacità di comunicare in modo chiaro e la possibilità di avere facile accesso ai dati sui vaccini risultano essere fattori chiave per incoraggiare la popolazione a vaccinarsi.