Articoli scientifico-tecnologici: il ruolo dei social media

Particolarmente diffuso lo scambio di informazioni con post, immagini, video o articoli sui social network. Molto usati Facebook, Youtube, Instagram e Twitter. Lo rivela Observa

Interesse crescente verso articoli scientifico-tecnologici

Nel 2020, la fruizione e l’interesse da parte del pubblico italiano per gli articoli scientifico-tecnologici sembra crescere, nonostante abbia ricevuto una battuta d’arresto nel 2018. La maggior attenzione per le trasmissioni televisive e i quotidiani è legata in parte all’emergenza pandemica di Covid-19. È ciò che si evince dall’Annuario Scienza Tecnologia e Società 2021 realizzato da Observa Science in Society. L’esposizione degli italiani verso questi argomenti, ogni giorno, è elevata.

Condividere articoli di scienza

Scienza e social media

Con il tempo sta cambiando la modalità di fruizione di questi contenuti. Negli ultimi 10 anni la ricerca di articoli scientifico-tecnologici tramite web è passata dal 50% (2010) al 73% (2020). Diffuso in buona parte è lo scambio di tali informazioni tramite post, immagini o video sui social network: dai dati raccolti nel marzo 2020 emerge che sono molto usati Facebook, YouTube, Instagram e Twitter. Solo una persona su quattro tra chi usa Facebook e YouTube non ha mai letto o visto contenuti scientifico-tecnologici. Tra gli utenti di Instagram e Twitter la percentuale sale rispettivamente al 42% e al 50%. Circa due utenti Instagram e YouTube su cinque condividono articoli o post con altri utenti. Per Facebook la percentuale sale al 60% circa. È aumentata dal 2015 la percentuale di chi entra in contatto con questi articoli sui social: di 10 punti percentuali per Facebook e YouTube, di 20 punti percentuali per Twitter e più di 30 punti per Instagram.

Analfabetismo scientifico e fake news

Analfabetismo scientifico e fake news

Dal 2007, Observa Science in Society si occupa di monitorare ogni anno il livello di “analfabetismo scientifico” con tre domande standardizzate. Le domande poste nell’anno 2020 sono “Il sole è un pianeta”, “Gli antibiotici uccidono sia i virus che i batteri” e “Gli elettroni sono più piccoli degli atomi”. Il 14,5% dei cittadini non sa rispondere correttamente a nessuna di  queste tre domande. Dal 2017 ad oggi, il livello di analfabetismo scientifico sembrava aver ricevuto una battuta d’arresto, per arrivare a scendere nel 2019. Nel 2020, solo il 30% degli intervistati sa rispondere correttamente a tutte le domande poste. Gli ultrasessantenni con basso titolo di studio non sanno rispondere a nessuna delle tre domande. Nei giovani e nei laureati, la percentuale di chi sa rispondere alle tre le domande sale rispettivamente al 40% e al 50%. Molti utenti credono invece alle fake news più note. Per il 14% degli intervistati, è vero che “i vaccini provocano l’autismo”, così com’è vero che “la Terra è piatta” (7%).