Food 2030 ha l’obiettivo di garantire cibo sano e accessibile per tutti entro il 2030 trasformando i sistemi alimentari attualmente insostenibili in sistemi innovativi e resilienti.
Food 2030 è una politica dell’Unione Europea lanciata nel 2016, che mira a rendere il sistema alimentare sostenibile, innovativo e resiliente entro il 2030. Per raggiungere tali scopi, Food 2030 finanzia progetti di ricerca e innovazione lungo tutte le fasi del processo produttivo, dalla produzione, alla distribuzione, fino alla gestione dei rifiuti. Tra gli obiettivi chiave della politica Food 2030 ci sono la riduzione dello spreco alimentare e la promozione di sistemi alimentari efficienti sotto il profilo delle risorse, al fine di realizzare un sistema alimentare che possa affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la malnutrizione e la sostenibilità ambientale.
Gli undici percorsi d’azione di Food 2030
La Commissione Europea ha definito undici “pathways for action” dove ricerca e innovazione possono fornire benefici collaterali legati alla nutrizione, al clima e alla circolarità. In particolare, i percorsi d’azione sono:
- Governance per il cambiamento dei sistemi alimentari
- Trasformazione dei sistemi alimentari urbani
- Cibo dall’oceano e dalle risorse d’acqua dolce
- Proteine alternative per il cambiamento dietetico
- Spreco alimentare e sistemi alimentari efficienti sotto il profilo delle risorse
- Il mondo del microbioma
- Nutrizione e diete sane sostenibili
- I sistemi di sicurezza alimentare del futuro
- Sistemi alimentari Africa
- Dati e trasformazione digitale
- Sistemi alimentari a inquinamento zero
Affinché Food 2030 abbia successo, risulta fondamentale che queste iniziative siano intraprese con un approccio sistemico, olistico ed interdisciplinare di cultura della ricerca e dell’innovazione.
Gli obiettivi chiave di Food 2030
Gli undici pathways sono le strade da percorrere per raggiungere i quattro obiettivi chiave della politica Food 2030:
- Diete sane e sostenibili, per affrontare l’obesità e la malnutrizione, con l’introduzione di alternative proteiche vegetali;
- Sistemi alimentari a supporto di un pianeta sano, mirando alla conservazione delle risorse naturali, alla riduzione delle emissioni di gas serra, alla promozione della biodiversità e di un’agricoltura sostenibile;
- Economia circolare ed efficienza delle risorse, limitando l’uso dell’acqua, sfruttando i rifiuti come risorsa, riducendo l’uso della plastica nel packaging degli alimenti e promuovendo il consumo di alimenti disponibili e locali;
- Innovazione e rafforzamento delle comunità, con l’obiettivo di coinvolgere le persone nella scienza dell’alimentazione e sostenere economie di condivisione del cibo “from farm to fork” (dalla fattoria alla tavola).
Stop agli sprechi alimentari
Ridurre drasticamente lo spreco alimentare entro il 2030 rientra tra gli obiettivi dalla policy europea Food 2030. Il cibo rappresenta una delle maggiori fonti urbane di emissioni di gas serra e di conseguenza è un fattore chiave del cambiamento climatico. Secondo il report di WWF Italia sono 27 i chili di cibo gettato da ogni italiano solo nel 2022. La maggior parte dello spreco avviene nelle nostre case, ma anche gli sprechi lungo la filiera non sono da sottovalutare. Nel 2022 sono andate sprecate oltre 4 milioni di tonnellate di cibo nella filiera italiana.
Seguire una dieta sostenibile, consumare porzioni sane ed evitare gli sprechi alimentari potrebbe ridurre le emissioni di gas serra del 60%. Le scelte alimentari e le azioni quotidiane dei singoli cittadini hanno quindi un ruolo cruciale nella trasformazione dei sistemi alimentari urbani. Secondo il direttore esecutivo di C40 Cities Mark Watts “per ridurre le emissioni create dal cibo che mangiamo dobbiamo ridurre gli sprechi alimentari, diminuire il consumo di carne e latticini, acquistare cibo locale e limitare l’impatto della produzione, del trasporto e dello stoccaggio degli alimenti”.
Come ridurre facilmente gli sprechi
Ognuno di noi nel suo piccolo può contribuire a ridurre lo spreco alimentare in pochi e semplici passi:
- Fai la lista della spesa, organizza i pasti della settimana edattieniti alla lista stilata per evitare di acquistare cibo in eccesso;
- Scegli prodotti locali e di stagione, acquista ai mercati contadini o entra a far parte di Gruppi di Acquisto Solidale (GAS);
- Fai attenzione alle date di scadenza al momento dell’acquisto e ricorda che “da consumare entro” è diverso da “consumare preferibilmente entro”. La data “consumare entro” indica il limite massimo entro cui l’alimento deve essere consumato, dopo questa data, il prodotto potrebbe essere pericoloso per la salute. La data “consumare preferibilmente entro” indica che il prodotto mantiene la sua qualità ottimale fino a quella data. Dopo tale data, l’alimento non è pericoloso, ma potrebbe iniziare a perdere alcune delle sue caratteristiche organolettiche, come il gusto o la consistenza;
- Cerca di non acquistare prodotti già danneggiati, acquistare cibi danneggiati non solo può compromettere la sicurezza e la qualità del cibo che consumiamo, ma anche comportare sprechi economici e nutrizionali;
- Conserva il cibo nei giusti ripiani del frigo, il ripiano superiore è ideale per formaggio, uova, burro e yogurt, il ripiano centrale per i cibi cotti e avanzati, nel ripiano inferiore metti pesce e carne crudi, infine nei cassetti conserva frutta e verdura fresche;
- Fai attenzione alle quantità di cibo, se cuciniamo solo la quantità di cibo necessaria, evitiamo che il cibo rimanga inutilizzato, riducendo l’impatto ambientale e i costi economici legati allo spreco;
- Conserva gli avanzi di cibo in contenitori ermetici. Gli avanzi non devono essere necessariamente mangiati come sono, ma possono essere riutilizzati in nuove ricette. Ad esempio, il pollo avanzato può essere usato per preparare zuppe o insalate.
La necessità di una transizione collettiva
Secondo WWF Italia “affinché il sistema alimentare attuale diventi sostenibile, è necessaria una profonda transizione che deve riguardare la produzione, la trasformazione, la distribuzione e il consumo di cibo a livello locale, nazionale e internazionale. Questa transizione dovrà essere collettiva e dovrà prevedere scelte alimentari più sane e sostenibili da parte di tutti i cittadini”.