“Il mio sogno è aprire una fattoria didattica per il reinserimento sociale”

Intervista a Sara Roversi, studentessa del corso di laurea in Scienze e Culture Enogastronomiche

La Laurea, Corso, Studio, Scienze e Culture enogastronomicheL’intervistata di oggi è ad una studentessa romana che frequenta il corso di laurea in “Scienze e Culture Enogastronomiche” che si svolge a RomaTre nel Dipartimento di Scienze, Sara Roversi. È una ragazza di 20 anni che ha frequentato l’istituto professionale alberghiero ed è proprio da qui che nasce la sua passione per il mondo della pasticceria e di tutto il settore enogastronomico. In questa intervista ci racconterà la sua esperienza universitaria. Ci saranno dei piccoli excursus dei suoi studi alberghieri, ma soprattutto ci parlerà dei suoi progetti futuri.

Perché hai scelto il corso di laurea in scienze e culture enogastronomiche?

“La scelta è ricaduta su questo corso di laurea perché volevo avere una continuità con i miei studi precedenti affrontai all’istituto professionale alberghiero. Soprattutto perché la mia prospettiva lavorativa non era quella di lavorare in cucina, ma di avere una maggiore conoscenza nell’ambito enogastronomico sotto tutti i punti di vista. Posso anche dire che la mia scelta è stata dettata dal fatto che nessun altro corso di laurea mi interessava davvero”.

Ti sei sentita preparata adeguatamente ad affrontare questo corso di laurea dagli studi svolti precedentemente?

“Mi sono sentita in piccolissima parte preparata, ma, nella maggior parte dei casi, non mi sono sentita preparata dai miei studi. Le materie in cui mi sono sentita preparata sono state scienze dell’alimentazione, il laboratorio di enogastronomia, enologia o anche il corso da sommelier. Mentre per quelle più scientifiche come chimica, fisica o biologia non mi sono sentita preparata, anzi mi sono sentita anche indietro rispetto ai miei compagni di corso provenienti da altri percorsi di studi, come quelli del liceo scientifico”.

Sei al terzo anno, quali aspetti negativi e positivi di tale percorso accademico?

“Nel mio percorso, ma come penso in quelli di tutti, ci sono aspetti sia negativi che positivi. Tra quelli negativi, ti direi la troppa specificità di alcune materie o comunque il livello di preparazione non così utile al corso di laurea. Un altro aspetto è l’approccio di alcuni professori, al primo anno, che non ti aiutano ad entrare nell’ottica dell’università oppure ritrovarsi al primo anno delle materie molto difficili. Dopo averti detto quelli negativi passiamo a quelli positivi, che è meglio! Tra questi, il numero ristretto di persone che possono accedere permette di creare una maggiore interazione/rapporto con i professori che non è scontato in ambito universitario. Mentre un aspetto che può essere sia negativo che positivo è che il nostro corso di laurea prepara professionalmente a 360 gradi. Di fatti presenta molti sbocchi lavorativi. Ma allo stesso tempo può confonderti o comunque non chiarirti le idee su quello che vuoi fare nel tuo futuro lavorativo”.

Qual è stato l’aspetto che più di ha soddisfatto in questo percorso accademico?

“Allora sono molto soddisfatta. Nonostante lo stato di emergenza sanitaria che ci ha penalizzato parecchio. Abbiamo fatto delle numerose uscite didattiche. Siamo stati in aziende del settore, a manifestazioni/fiere o comunque alle iniziative anche di altre società esterne come WeFoodAcademy. La quale ha previsto un viaggio di 3 giorni nelle realtà del settore gastronomico del nord Italia. Ma sono soddisfatta anche di alcuni insegnamenti come igiene degli alimenti o i vari laboratori”.

Nel tuo futuro c’è la possibilità di iscriverti ad una laurea magistrale?

“No, non ho intenzione di iscrivermi ad una laurea magistrale. Sono più interessata a corsi di formazione o dei master legati all’igiene alimentare o in Food Beverage and Management”.

Consiglieresti questo corso di laurea?

“Sì, lo consiglierei per chi è di Roma. Mentre per chi è fuori sede consiglierei di andare in altre regioni d’Italia, dove i corsi sono ben consolidati e considerati delle eccellenze accademiche come, per esempio, quella di Torino.”

Ritieni rapportato in modo equo la mole di studio e il numero di materie rispetto ai tre anni per il conseguimento del titolo di studio previsti dal corso?

“No, non lo ritengo equo perché alcune materie sono raggruppate in una solo o comunque la mole di studio di alcune di esse non è ben rapportata con i CFU attribuiti. Ritengo che la nostra triennale sia paragonabile, per il numero di materie se ben suddivise, ad una laurea a ciclo unico”.

Dopo la laurea, quali progetti di studio o di lavoro?

fattoria didattica, aniamli,agricolura “Lavorativamente parlando il mio sogno è di aprire una fattoria didattica dove inserire progetti di lavoro per il reinserimento di ex-detenuti, persone con disabilità, ex-tossicodipendenti o comunque persone che abbiano una dipendenza. Nel caso in cui non ci riuscissi, mi piacerebbe lavorare all’interno di un’azienda del settore enogastronomico. Vorrei svolgere il ruolo di responsabile della sicurezza alimentare quindi tutto il profilo igienico-sanitario. Mentre a livello di studio come ti ho detto prima sono più propensa a master o corsi di formazione”.

Ritieni che l’università sia di aiuto nella ricerca del tirocinio?

“Siamo stati molto penalizzati dal covid perché le offerte di tirocinio in azienda sono diminuite, se non del tutto azzerate. Ad oggi l’università però non ci sta aiutando perché ci sono proprio poche offerte di tirocinio in generale, che siano online o che siano in azienda. Non ci aiutano neanche sotto l’aspetto burocratico perché nel caso trovassimo noi un’azienda di nostro interesse i moduli sono tanti e le tempistiche sono lunghe. Talvolta non è neanche detto che la cosa vada in porto”.

Ti ritieni soddisfatta della scelta del corso di studi?

“Sì, mi ritengo molto soddisfatta perché lo vedo come l’unico corso di studi che mi potesse formare professionalmente per il mio lavoro futuro.”