Beatrice Scarfò è una ragazza di 22 anni di Roma ed è iscritta al terzo anno del corso di laurea in Scienze e culture enogastronomiche (SCEG) dell’Università degli Studi Roma Tre. Amante da sempre del cibo, dopo aver conseguito il diploma in un istituto alberghiero, spiega i motivi che l’hanno spinta a intraprendere un tale percorso universitario e le sue prospettive future.
Perché la scelta del corso di laurea in SCEG?
Fin da piccola ho mostrato interesse per la cucina: mi piaceva molto cucinare ed ho portato avanti questo mio interesse iscrivendomi ad una scuola alberghiera. Proseguendo con il mio percorso, mi sono resa conto che l’amore per la cucina si stava trasformando in una passione per il mondo del cibo. Per questo, quando ho saputo dell’esistenza di un corso di laurea che permetteva di studiare il cibo sotto tanti punti di vista, ho subito pensato facesse al caso mio.
Quali sono gli aspetti positivi e negativi di tale percorso accademico?
Devo dire che ho riscontrato più aspetti positivi che negativi durante questo percorso: uno in particolare è l’opportunità di analizzare accuratamente il cibo sotto tutti i punti di vista: ad esempio, i cambiamenti che avvengono all’interno di un prodotto e la sua composizione o anche il modo in cui sono gestite le aziende che producono o lavorano prodotti alimentari. Inoltre, un altro aspetto che mi piace molto è la possibilità di frequentare vari laboratori di chimica, biologia e di cucina, che permettono di osservare ed approfondire più da vicino le varie caratteristiche di un cibo e i fenomeni che avvengono. Per quanto riguarda gli aspetti negativi, ho notato un’organizzazione generale mal gestita dal punto di vista della didattica e legato a ciò, una mole di esami non pianificata al meglio.
Dopo la laurea quali progetti di studio e di lavoro?
Durante questo percorso mi sono appassionata alle tecnologie birrarie e alimentari, perciò, mi piacerebbe continuare su questa direzione seguendo una magistrale più specifica in quest’ambito. Legato a questo, vorrei dunque lavorare in azienda, magari in un birrificio, come tecnologa alimentare o diventare ricercatrice.