La privacy degli italiani

La rete è fonte di grande interesse, ma anche di preoccupazione. Il 77% degli italiani dichiara ad Observa di essere abbastanza preoccupato sull’uso dei propri dati online 

L’idea di privacy, negli ultimi anni, rappresenta un elemento importante per la società. La rivoluzione digitale ha modificato profondamente e in modo strutturale la quotidianità, producendo cambiamenti negli stili di vita, nell’organizzazione del lavoro e della cultura. Insieme alla privacy, anche la sicurezza e la tracciabilità dei dati personali hanno disorientato le abitudini degli italiani. A rivelarlo è l’Annuario Scienza Tecnologia e Società 2021, pubblicato dal centro di ricerca Observa. 

Secondo il report, nel 2018, il 62% dei cittadini italiani dichiarava di essere abbastanza preoccupato sull’uso dei propri dati, mentre il 16% dichiarava di non essere per niente preoccupato. Nel 2020 i dati cambiano, infatti il 77% degli italiani dichiara di essere abbastanza preoccupato, mentre la percentuale di chi dichiara di non essere per nulla preoccupato scende al 5%.  

Ciò che preoccupa maggiormente è la possibilità che i propri dati sensibili possano essere divulgati; al secondo posto vi è la possibilità che le proprie preferenze vengano monitorate dai social media e al terzo posto si trovano quelli che pensano che qualcuno possa influenzare le proprie scelte e opinioni politiche sempre attraverso i social media.  

Rispetto alle preoccupazioni sopra elencate, alcuni italiani hanno adottato delle misure preventive per proteggere i loro dati. Vediamo che il 15% dei cittadini ha chiesto ai social di comunicargli quali dati avessero in possesso e alcuni cittadini sono addirittura usciti definitivamente dalle piattaforme.  

Nonostante la preoccupazione, però, gli italiani non rinunciano alla possibilità di essere connessi.  

Infine,  in molti credono che sia necessario un maggior controllo e regolamentazione, poiché aziende come Google e Facebook hanno acquisito molto, o forse troppo, potere; inoltre il 75% degli intervistati ritiene che si debba avere una particolare attenzione verso i minori e vietare l’utilizzo dei social prima della maggiore età.