Terra e Occulto: le pratiche Divinatorie dell’agricoltura biodinamica

La Luna-Tarocchi-Cartomanzia

Descrizione della pseudoscienza

L’agricoltura biodinamica è un insieme di metodi di coltivazione basati su attività pseudoscientifiche. I suoi fondamenti si erigono sulla visione spirituale del mondo e su conoscenze mistiche combinate alla scienza (teosofia).

Il suo fondatore, l’esoterista Rudolf Steiner, nella sua visione filosofica, asseriva che la fertilità del suolo e l’agricoltura sono parte di un insieme di “forze cosmiche” ed “energie astrali e spirituali” che compongono la nostra essenza fisica.

Ovviamente, già la definizione “pseudoscienza” la dice lunga. Ad oggi, le pratiche utilizzate in agricoltura biodinamica non hanno alcun fondamento scientifico. Non c’è nulla che spieghi il rapporto causa-effetto né che evidenzi un miglioramento rilevante della qualità dei prodotti.

 

Pratiche agronomiche o Rituali?

Venere e le fasi lunari

 

Nonostante non sia un esperto in materia, Steiner, nel 1924, tenne un corso sull’agricoltura intitolato “impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura”. Gli argomenti cardine erano la fertilità del suolo e il legame con le forze cosmiche e spirituali che impregnano, secondo lui, il nostro mondo.

 

Nelle sue lezioni forniva anche “soluzioni” per problemi di infestanti; ad esempio:

 

“Supponiamo che nel nostro campo vi siano dei topi da scacciare.

Dovete catturare un topo abbastanza giovane, rigorosamente di campo e spellarlo.

La pelle del topo però deve essere ottenuta quando Venere è nel segno dello Scorpione.”

 

Nel suo sproloquio, lo Zodiaco o “cerchi degli animali”, come lo chiama lui, è essenziale.

Per raggiungere gli obiettivi prefissati, infatti, non ci si può limitare all’influsso dei pianeti come per il regno vegetale.

Il mondo animale è molto più complesso: c’è bisogno delle stelle fisse, in particolare dello Zodiaco, e della Luna, dalla quale traggono forza. Così continua:

 

“Dopo aver ottenuto la pelle prendetela e bruciatela.

Raccogliete attentamente le ceneri e gli altri resti della combustione.

Il fuoco avrà distrutto le corrispondenti forze negative nei confronti della capacità riproduttiva del topo.

Poi prendete la cenere e spargetela su tutto il vostro campo.

A patto che il fuoco sia avvenuto quando Venere è nello Scorpione, lo troverete un rimedio eccellente.”

 

Come si può facilmente notare, tutta la faccenda non ha senso. È molto più vicina ad una pratica di “arti oscure” che ad una tecnica agronomica.

Ovviamente, le assurdità non finiscono qui. La luna, elemento chiave già citato, è definita come un’entità che si è separata dalla Terra e converge su di essa le forze lunari. Queste aiutano la pianta nella sua crescita ma solo quando è piena. Nei periodi di luna nuova la flora non sarà “benedetta”.

Il ruolo del nostro satellite è così spiegato:

 

“Quando la Luna si unì alla Terra, essa stessa era molto più viva, fruttuosa, intrinsecamente fertile. […]

Con i raggi della Luna l’intero Cosmo riflesso arriva sulla Terra.

Tutte le influenze che si riversano sulla Luna vengono nuovamente irradiate.

Così tutti i Cieli stellati, anche se potremmo non essere in grado di dimostrarlo con i metodi fisici consueti di oggi, sono in un certo senso irradiati sulla Terra dalla Luna.”

 

Qui si incominciano a scoprire i primi altarini. Steiner stesso definisce le sue dottrine non dimostrabili così come continuano ad esserlo al giorno d’oggi.

Questo non vuol dire che la Luna non eserciti alcuna influenza sulla Terra. Anzi, vi sono importanti forze di attrazione gravitazionale che operano tra i due corpi celesti.

La differenza sta nel fatto che è scientificamente provato che questi effetti agiscono sulle maree (delle quali sono calcolabili le altezze) e sull’inclinazione dell’asse terrestre.

Ma Steiner, imperterrito, dall’alto della sua esperienza in ambito agronomico, dispensa consigli anche sul trattamento delle erbe selvatiche infestanti:

 

“Vedi le erbacce che crescono dilaganti in un dato anno. Devi accettare il fatto.

Non allarmarti; dì a te stesso: qualcosa ora deve essere fatto.

Quindi ora raccogli un certo numero di semi dell’erba in questione. Perché nel seme la forza di cui ho appena parlato ha raggiunto il suo culmine finale.

Ora accendi una fiamma – è meglio una semplice fiamma di legno – e brucia i semi.

Raccogli con cura tutta la cenere risultante.

In questo modo, avrete concentrato in quest’ultima la forza esattamente opposta a quella che si sviluppa nell’attrarre le forze lunari.

Ora usa la piccola quantità di sostanza che hai così preparato da una varietà di erbacce e disperdila sui tuoi campi.

Già nel secondo anno vedrai che c’è molto meno del tipo di erba che hai trattato in questo modo.

Non cresce più così dilagante. Inoltre, poiché molte cose in Natura sono soggette a un ciclo di quattro anni, dopo il quarto anno vedrai, se continui a spruzzare il pepe anno dopo anno, l’erba avrà cessato di esistere sul campo in questione.”

 

Ora, una persona razionale potrebbe tranquillamente ritenere il tutto una sciocchezza, una farneticazione di pochi e riderci su.

Infatti, ad oggi, tali affermazioni di Steiner vengono spesso bollate dai biodinamici come “decontestualizzate”, quindi da non prendersi per ciò che dicono letteralmente.

Un linguaggio, quindi, del tutto da interpretare.

Il loro atteggiamento è effettivamente molto simile a quello di chi difende un testo sacro dai diffamatori che ne usano i contenuti per evidenziarne le incongruenze e le palesi contraddizioni.

 

Il problema sussiste non solo perché il filosofo in questione teneva lezioni anche sulla medicina (molto seguite tra l’altro) ma anche e soprattutto perché la biodinamica demonizza ogni forma di tecnologia moderna.

Per cui il concetto è esteso a tutta la ricerca genetica, chimica e biologica deputata all’incremento della produzione ad alta resa.

Ciò influisce soprattutto sul mercato: i fautori del biologico e del biodinamico cercano qualunque appiglio per promuovere campagne allarmiste contro, per esempio, l’uso di pesticidi o degli OGM.

Messaggi che, a rigor di logica, vanno a beneficio delle tasche di chi opera nel mercato del “senza”.

Il tutto è, inevitabilmente, sostenuto:

  • dalla stampa che è alla continua ricerca di articoli ad effetto;
  • dalla politica;
  • da enti alla ricerca di profitto;
  • dal Ministero dell’Agricoltura (più di recente).

 

Marchio e preparati

 

Per quanto riguarda gli enti, l’associazione più grande che si occupa di certificare le aziende, con il marchio registrato biodinamico®, è Demeter.

Il nome si rifà alla dea Demetra, divinità della fertilità e della terra.

La federazione nasce nel 1997, con sede in Germania, e opera su 78 stati allo scopo di difendere il marchio e tutelare i produttori.

In Italia la sede legale è a Parma.

 

Tra i principi degli standard Demeter vi sono:

  • la “vivificazione dei terreni”;
  • il divieto nell’uso di OGM e suoi derivati;
  • il divieto nell’uso di pesticidi e nanotecnologie;
  • l’uso obbligatorio dei preparati.

 

Quest’ultima prerogativa, oltre alla cornice esoterica e mistica, differenzia significativamente il biodinamico dal biologico.

Quello più famoso è sicuramente il preparato 500 o “cornoletame” che, assieme al 501, è da spruzzare.Preparato 500 o cornoletame

“Consiste in letame di vacca messo in un corno della stessa, possibilmente che abbia già partorito una volta, seppellito e lasciato fermentare durante l’inverno.

Viene disseppellito nel periodo pasquale.

La sua distribuzione avviene dopo aver effettuato la fondamentale operazione di miscelazione e dinamizzazione con acqua tiepida di sorgente, pozzo o piovana.

Tale operazione ha una durata di circa un’ora e può essere effettuata sia manualmente che tramite macchine speciali. Le quantità di preparato usate per un ettaro di terra, non è molta: va da 80 grammi a 250, a seconda della qualità del preparato.”

 

Già in questo primo preparato l’influenza di Steiner è palese.

Non solo risiede nella parola “dinamizzazione”, pratica fondamentale per il passaggio delle energie astrali, ma anche nell’uso del corno di vacca, necessario all’animale per convogliare dentro di sé le proprietà vitali.

 

Ovviamente, l’astrattismo in questo campo è sicuramente la peculiarità dominante.

 

Il secondo preparato da spruzzo, il 501 o cornosilice, consiste di quarzo tritato mescolato ad acqua piovana, messo in un corno di vacca, sepolto in primavera e tolto in autunno.

La silice, presumibilmente. concentra le forze luminose presenti nel sole d’estate. Viene spruzzato sulle piante dopo averlo dinamizzato. Ne serve pochissimo: Steiner suggerisce una quantità pari a un pisello o ad una punta di spillo diluito in un secchio d’acqua.

 

Ora le domande da porsi sarebbero:

  • Come è possibile che un composto così importante per la crescita delle piante vada diluito in modo da raggiungere una concentrazione quasi inesistente?
  • Bisogna presupporre che un uso maggiore sia dannoso per la pianta, o peggio per il consumatore?

 

Non vi sono verifiche, prove di efficacia, esperimenti o addirittura spiegazioni sul perché debbano funzionare. È tutto basato su ragioni di fondamento astrale e cosmico.

 

Tra gli altri preparati vi sono:

  • 503: fiori di camomilla fermentati nell’intestino di una vacca (Matricaria recutita L.);
  • 504: germogli di ortica (Urtica dioica L.);
  • 505: corteccia di quercia (Quercus robur L.) fermentata nel teschio di un animale domestico;
  • 506: denti di leone (Taraxacum officinale L.):
  • 507: estratto di fiori di valeriana.

 

Insomma, un’alternativa completamente naturale per tarocchi e oracoli.

 

Conclusioni

 

In realtà, le regole del biodinamico non sono strettissime.

In particolare, Demeter individua alcuni prodotti utilizzabili con la dicitura “quando possibile”.

Perciò, per logica, se non è possibile trovarli certificati, si possono usare anche i prodotti derivanti da agricoltura integrata.

Inoltre, sono ammessi antibiotici e altri antiparassitari e medicinali normalmente usati in zootecnia intensiva, secondo i medesimi criteri di prescrizione, somministrazione e registrazione.

Sono proprio queste forme di tolleranza che fanno capire la precarietà di un sistema così chiuso e di vedute altamente ristrette, oltre che senza fondamento.

Ciò implica, infatti, che se l’approccio biologico e quello biodinamico venissero applicati con stretta rigidità molto probabilmente queste pratiche agronomiche non esisterebbero.

Una considerazione che dovrebbe far parte della linea di pensiero generale in un’epoca caratterizzata dai progressi tecnologici e scientifici come la nostra.

È deludente sapere che, in realtà, l’ignoranza la fa spesso da padrone.

 

Valeria Pellegrino