Agricoltura biodinamica? No grazie.

Immagine con frutta e verdura

Cos’è l’agricoltura biodinamica?

Agricoltura Biodinamica Per agricoltura biodinamica si intende un metodo “sostenibile” che cerca di preservare le interrelazioni tra suolo, flora e fauna in modo olistico. Questo tipo di agricoltura è stato sviluppato dal filosofo Rudolf Steiner negli anni ’20. Venne inventato in risposta alle domande poste dagli agricoltori sul degrado del suolo e sulla scarsa salute delle colture e del bestiame. L’agricoltura biodinamica è spesso definita come un approccio spirituale-etico-ecologico all’agricoltura, alla produzione alimentare e alla nutrizione. Spesso è considerata una versione estremizzata del biologico. L’agricoltura biologica si differenzia da quella biodinamica principalmente per essere riconosciuta a livello legislativo sia in Italia che in Europa.

L’agricoltura biodinamica segue i cicli lunari e i segni zodiacali, sia per la semina che per i lavori nei campi. Questa visione comporta il divieto di usare OGM, concimi chimici e pesticidi. Sono comprese nel divieto le sostanze consentite nel biologico quali rame e acido citrico. È invece permesso l’uso di particolari preparati a base di erbe e minerali, da irrorare sulle piante. Nell’agricoltura biodinamica non esistono piante infestanti da eliminare, perché tutte sono considerate “utili”. 

Altro nodo cruciale è l’utilizzo dei preparati biodinamici che avrebbero lo scopo di fertilizzare il suolo e trasferire forze cosmiche e soprannaturali alla terra. Su questa pratica, che palesa il misticismo del biodinamico, si concentrano le principali critiche della scienza 

Steiner propone nove preparati, specificandone i metodi di produzione e il loro utilizzo. Il più noto è il cornoletame. Le procedure sono concettualmente simili a quelle previste nell’omeopatia. Ogni preparato è destinato ad un determinato compito e le dosi risultano minime rispetto alla massa dell’organismo da trattare. 

Anche il parlamento boccia i sostenitori del biodinamico

Dopo una dura battaglia dentro e fuori il Parlamento, la Camera ha bocciato i sostenitori del cornoletame. Corni di vacca riempiti di letame, vesciche di cervi o carcasse di ratti applicati ai terreni in base alle fasi della luna con l’obiettivo di renderli fertili. Le teorie di Steiner per un’agricoltura in armonia con la natura secondo alcuni, stregoneria senza basi scientifiche secondo altri. Il Parlamento ha preso la sua posizione, eliminando ufficialmente il tema controverso dalla legge sull’agricoltura bio, decretando così la vittoria a favore della comunità scientifica. 

E’ prevista una certificazione, ma mancano le basi scientifiche

corni letame agricoltura biodinamicaQuesto tipo di approccio offre vantaggi, ma molti di essi non sono ancora stati provati a livello scientifico. Come mai?

Anche per l’agricoltura biodinamica esiste un marchio di riferimento. Nella fattispecie, si può parlare di una duplice certificazione. Questi prodotti, devono essere certificati secondo le linee guida dell’agricoltura biologica, oltre a possedere lo standard internazionale che fa capo solo a Demeter International. L’attestato viene rilasciato dietro pagamento da questa associazione privata.  La Demeter International però, non fa riferimento ad un regolamento europeo o nazionale come nel caso del biologico. 

Una review del 2016 svolta sulle ricerche dell’agricoltura biodinamica conclude che, al netto della limitata letteratura e dell’assenza di dati certi a supporto dell’efficacia dei preparati steineriani, non si può distinguere in modo misurabile il biodinamico dal biologico. Pertanto, il primo non dovrebbe essere raccomandato come metodo supportato da basi scientifiche. Secondo l’autrice gli studi, in qualche modo favorevoli al biodinamico, trascurano i fattori che smentiscono presunti vantaggi o benefici. 

Ma l’agricoltura biodinamica, funziona?

paesaggio agricoltura biodinamicaA questa domanda elementare, ma più che lecita, si potrebbe rispondere che le produzioni biodinamiche sono del tutto assimilabili a quelle biologiche. Sono però anche più costose e meno redditizie sul piano quantitativo, ma in linea di massima preferibili all’agricoltura convenzionale sul piano della qualità e dell’ecologia. Per quanto riguarda i cibi biodinamici, se paragonati ai cibi biologici, non è giustificabile un prezzo tanto elevato, almeno seguendo le logiche della scienza. L’unico aspetto significativo, soprattutto nell’ottica del rispetto dell’ambiente e della salute, è l’assenza di utilizzo di composti derivati dal rame, da anni al centro di dibattiti sulla loro riduzione o sostituzione nell’ambito dell’agricoltura biologica. L’agricoltura biodinamica è vista da molti come una pseudoscienza e questo contribuisce ad una generale mancanza di accettazione da parte del grande pubblico. 

Ulteriori svantaggi legati all’agricoltura biodinamica

Ad incidere sui potenziali svantaggi rispetto alle pratiche agricole convenzionali, oltre ad un maggior lavoro necessario alla produzione, si aggiunge il fatto che l’agricoltura biodinamica, non è favorevole alla meccanizzazione. È quindi molto difficile da praticare su larga scala. 

Sicuramente l’agricoltura biodinamica non ha un impatto ambientale negativo, ma bisogna tener ben presente che sono necessari più sforzi e più tempo per curare la fattoria, ottenendo rese minori al momento del raccolto e dovendo sostenere costi più alti all’inizio della produzione. Le fattorie biodinamiche necessitano di più cura, tempo e ingegno da parte dell’agricoltore. C’è più lavoro da fare attraverso i metodi sostenibili. Ne sono un esempio le relazioni tra gli elementi che devono essere continuamente monitorate e mantenute stabili. Elemento non presente in una fattoria “industriale”. 

Poiché serve più tempo, nell’agricoltura biodinamica le rese hanno volumi ridimensionati. La produzione di massa non si adatta quindi ai principi biodinamici. A causa delle rese più basse e del “maggior numero di mani” che compongono il personale della fattoria, i consumatori devono pagare un prezzo più alto per i prodotti.

Il fatto che abbia delle rese inferiori rispetto all’agricoltura tradizionale, rende l’agricoltura biodinamica meno sostenibile. Per produrre la stessa quantità di prodotto, c’è infatti bisogno di più risorse dal punto di vista idrico, geologico ed economico.