WORLD MILK DAY! Il latte un alimento globale.

Latte e prodotti lattiero-caseari nella piramide alimentare

La Giornata Mondiale del latte nasce nel 2001 per aumentare la sensibilizzazione del popolo sul latte e i prodotti lattiero-caseari. Una giornata dedicata al latte, per scoprirne l’importanza economica, sociale e nutrizionale. 

Il World Milk Day nasce per spiegare il ruolo del latte nell’alimentazione, la Federazione Internazionale lattiero-casearia raccoglie le associazioni nazionali che si occupano dell’intera filiera di questa bevanda.   La Giornata Mondiale del Latte si svolge il primo di giugno, nasce nel 2001 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO): viene scelto questo giorno perché già nel 2001 molti paesi celebravano questo prodotto, l’iniziativa ha permesso di ampliare la sensibilizzazione della popolazione sul latte. Quando si parla di latte non si fa riferimento solo alla bevanda, ma anche ai suoi derivati ossia i prodotti lattiero-caseari. Il latte è un prodotto utilizzato in modo semplice o più complesso, può essere utilizzato per cucinare e decorare. La lavorazione del latte vaccino rappresenta un mezzo di sussistenza per un miliardo di persone oltre ad incarnare un importante ruolo nelle comunità, nelle economie nazionali e negli aspetti culturali delle società.

Valore nutrizionale del latte 

Il latte è uno di quegli alimenti che si può definire completo in quanto presenta tutti i macronutrienti che servono per la nutrizione. Più nello specifico, il latte vaccino contiene in maggior percentuale di acqua (87%) sia in forma libera, in soluzione con gli zuccheri, sia in forma legata a proteine e grassi. Il lattosio è il costituente principale del latte, formato da glucosio e galattosio, quest’ultimo fondamentale per il sistema nervoso. I grassi occupano un’ottima percentuale tra i macronutrienti (3,5%-0,5% a seconda se si tratta di latte scremato o intero). Nel latte vaccino sono presenti due tipi di proteine principali, le caseine (80%) e le sieroproteine (20%). Entrambe donano al latte alta digeribilità ed elevato valorelatte biologico, grazie alla presenza di tutti e nove gli amminoacidi essenziali. Inoltre, La caseina e la sieroproteina possono essere utilizzate come integratori dagli sportivi, sotto controllo medico.  Il latte è una buona fonte di vitamine liposolubili e non, fondamentale la vitamina B 12 coinvolta nei processi metabolici. Infine, il latte è ricco di sali minerali, quali calcio, fosforo, potassio.

Tutti possono mangiare il latte?

Negli ultimi anni vi è stata una crescita sempre maggiore di prodotti senza lattosio. Eliminare il lattosio è una soluzione solo per coloro che sono intolleranti, mentre per il resto delle persone è consigliato consumare latticini per soddisfare il fabbisogno giornaliero di sostanze nutritive. Al giorno d’oggi, a causa delle false notizie sul latte, sono sempre più le persone che smettono di consumare questo alimento. Questo comporta nei soggetti un’intolleranza secondaria, ossia provocata dalla prolungata assenza di consumo di latticini. Spesso vi è l’associazione formaggio uguale presenza di latte, ma non sempre è cosi: in alcuni prodotti lattiero-caseari, la presenza di batteri lattici rendono il prodotto privo di lattosio come Taleggio DOP, Gorgonzola DOP, Grana Padano DOP. Un prodotto, per essere definito “senza lattosio”, deve rispettare il regolamento europeo che prevede un limite di 0,1g per 100 ml.

Dieta equilibrata e sostenibilità

I prodotti derivanti dal latte, secondo pareri scientifici, contribuiscono a mantenere in salute il soggetto. Un buon modello di riferimento è la nuova Piramide Alimentare della Dieta Mediterranea (2020), che unisce gli aspetti nutrizionali con la sostenibilità alimentare, un tema molto importante sia nella società di oggi, che nella filiera lattiero-casearia. Nella nuova piramide il consumo di latticini consigliato è di 2 porzioni al giorno.           

Per quanto riguarda il tema della sostenibilità, nella filiera lattiero-casearia si lega alla sostenibilità ecologica, economica e sociale. La Commissione Europea, ha stipulato delle regole offrendo l’opportunità di ridurre gli impatti ambientali, migliorare l’efficienza e la produttività delle filiere lattiero-casearie. La Commissione, ha introdotto nei documenti tecniche per le industrie alimentari a base latte. Secondo i dati circa il 28-30% delle emissioni di gas totali viene attribuito agli allevamenti. In Italia questa percentuale è inferiore al 7%, un valore sempre più in diminuzione grazie all’utilizzo di pratiche sostenibili da parte degli allevatori.

Legislazione e latte

La Corte di Giustizia Europea ha stabilito nel 2017 che i prodotti vegetali non possano essere commercializzati con la denominazione “latte”, “crema di latte”, “burro” o ”formaggi”, in quanto tale definizione è riservata ai prodotti di origine animale, limitandone anche l’evocazione o imitazione per i prodotti a base vegetale “ bevanda tipo latte” o “formaggio vegetale”. In Italia si trovano delle eccezioni che riguardano il latte di mandorla, latte di cocco e burro di cacao. Lo stesso regolamento indica, nel suo allegato, i prodotti con denominazione latte o lattiero-caseari sono quelli “ottenuti mediante una o più mungiture, senza alcuna aggiunta o sottrazione”. Inoltre, per il latte non proveniente da origine bovina, deve essere specificata l’origine.

Latte e prodotti lattiero-caseari in Italia

Al livello mondiale l’Unione Europea è una tra i più importanti produttori di latte e prodotti lattiero-caseari. In Italia la produzione influenza 11,5% del fatturato totale e rappresenta il primo comparto del settore agroalimentare nazionale, con un fatturato totale pari a 16.380 milioni e con oltre 100.000prodotti caseari 
lavoratori. Nel 2020 l’Italia si posiziona al terzo posto come esportatore mondiale di formaggi e latticini, con il 40% della produzione esportata in Francia, Germani e USA. Secondo l’ISMEA, nei prossimi cinque anni la produzione di latte in Italia aumenterà del 10-15%. La filiera lattiero-casearia sta studiando delle soluzioni per incrementare le capacità di trasformazione del settore, sviluppando produzioni innovative, con l’obiettivo di generare valore e incrementare la competitività dell’intero comparto. Il MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) ha adottato il “protocollo per un intesa di filiera per la salvaguardia degli allevamenti italiani” per attenuare gli squilibri del settore.

Un po’ di numeri

La cooperazione lattiero-casearia conta 17.000 stalle associate con circa 13.000 posti di lavoro andando ad ottenere un fatturato pari a 7 miliardi di euro. Tra i prodotti più favoriti in questo ambito vi sono quelli con denominazione tutelata. L’Italia è il paese con più prodotti lattiero-caseari tutelati (56 prodotti di denominazione), tra cui il comparto dei formaggi DOP e IGP è il più importante in termini economici. Anche l’export dei prodotti a base latte è sempre più in crescita. Per il valore alla produzione tra i cinque primi prodotti troviamo: Grana Padano DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Gorgonzola DOP e Pecorino Romano DOP.